Corte Gardoni ha una propria cantina di vinificazione solo dal 1980, e questo significa che come produttrice di vino con una sua etichetta è un’azienda giovanissima. Ma in realtà la famiglia Piccoli, che la possiede, ha un’esperienza di almeno quattro secoli nella vitivinicoltura. E’ documentato infatti che fin dal 1600 i progenitori dell’attuale titolare avevano vigne a Cellore, in val d’Illasi.

Gianni Piccoli, il creatore di Corte Gardoni, appartiene però a un ramo della famiglia che lasciò Cellore all’inizio del 1900. Tre generazioni fa, i vigneti furono devastati dalla fillossera. E a quel punto la piccola proprietà non era più in grado di sostentare tutti. Fu così che uno dei cinque maschi, Clemente, si trasferì a Ronco all’Adige.

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La zona però non era vocata alla viticoltura, e infatti suo figlio Aldo, per sviluppare l’azienda puntò soprattutto sulla frutticoltura. Ma conservò sempre in cuore la nostalgia per le colline, dove i vigneti, soprattutto quelli di corvina, danno vini di autentica grande qualità. Fu proprio lui perciò a incoraggiare il figlio Gianni, nel 1971, ad acquistare un’azienda agricola a Valeggio. Era un’occasione allettante sia perché l’azienda apparteneva a dei parenti di un altro ramo della famiglia, sia perché la proprietà, i cui fabbricati erano stati eretti nel 1800, insieme a un pescheto comprendeva pure una bella vigna. Una vigna di collina.

La possibilità offerta da Valeggio di tornare alla viticoltura fu vissuta da tutta la famiglia come un recupero delle origini. E infatti dieci anni dopo, nell’81, anche Aldo Piccoli finì per lasciare definitivamente la pianura, trasferendosi nella nuova azienda agricola, che suo figlio aveva chiamato Corte Gardoni.

I vigneti avevano messo a disposizione di Gianni Piccoli un prezioso patrimonio di vitigni autoctoni: Corvina, Garganega, Trebbiano, Cortese, Trebbianello, di ottimo livello qualitativo e perfettamente acclimatati. Non mancava neppure una varietà internazionale: un piccolo appezzamento era coltivato a Chardonnay. In un primo momento il 90% dell’uva prodotta venne venduta alle cantine più note della zona ed il restante 10% vinificato all’interno dell’azienda. Visto le potenzialità del prodotto ottenuto da quella piccola percentuale  fu deciso in seguito di svolgere la totale trasformazione delle proprie uve  internamente all’azienda e di commercializzare il prodotto con il proprio nome “Corte Gardoni”

Certo, l’impegno non era da poco: bisognava costruire una cantina che fosse in grado di entrare in funzione già alla vendemmia successiva. Ma lui ci riuscì: ricorda ancora adesso quella prima vinificazione, perché mentre era tutto preso dalle pratiche enologiche in cui si cimentava per la prima volta, il 4 novembre 1980 la neve cadde a Valeggio. Sotto quel bianco battesimo stavano nascendo i due vini con cui esordì l’etichetta di Corte Gardoni: il Bardolino e il Bianco di Custoza.